Vico Equense

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Si trova in provincia di Napoli. 90 metri di altitudine e 20mila abitanti. Il nome ha origini latine. Vico”, deriva da “vicus”, (si potrebbe tradurre come quartiere), mentre Equense da “aequa”, cioè “piana“. Il borgo fu importante ai tempi degli antichi romani. Visse anni difficili durante le invasioni barbariche e, successivamente, nel medioevo. Poi, con gli Aragonesi e gli Angioini, il borgo ritornò a risplendere. Nel 1980 il terremoto fece ripiombare Vico in anni drammatici. Ma riuscì a risorgere.
Vico Equense è un borgo molto gettonato dai turisti, che ogni anno prendono d’assalto gli alberghi. Potrete scoprire, a poco a poco, il fascino complesso di questo mitico borgo. Mi limito a suggerirvi i luoghi più belli che dovreste visitare. Una visita alla ex-cattedrale della Santissima Annnunziata è d’obbligo, un bell’esempio di architettura sacra gotica. All’interno trovate le tele di Giuseppe Bonito, Francesco Palumbo e l’urna funeraria di Gaetano Filangieri. Consiglio anche la chiesa dell’arciconfraternita dell’Assunta, dove è presente un altare ligneo del 1700 decorato con perline, coralli e pasta di vetro, dalle monache di clausura del convento della Santissima Trinità. A chi ama l’arte, suggerisco di visitare la cappella di Santa Lucia: lì si trovano gli affreschi di un pittore anonimo, allievo di Giotto del 1300.
Vico è noto per le sue numerose processioni. La più popolare si svolge il 6 gennaio, è la processione delle pacchianelle: un grande presepe vivente itinerante che si svolge da più di cento anni.
A Vico sono nati due prodotti capisaldi della gastronomia italiana:

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la pizza al metro, che non ha bisogno di presentazioni, e il provolone del Monaco, un formaggio prodotto con il latte delle vacche agerolesi.
Per raggiungere Vico, suggerisco di prendere l’aereo per Napoli e poi muovervi con i mezzi. In alternativa, il treno per Napoli Centrale e poi prendere la circumvesuviana sulla linea Napoli-Sorrento.