Rosazza

Ecco una perla della provincia di Biella. Si trova a 882 metri d’altitudine e conta meno di 100 abitanti. È uno dei centri più suggestivi dell’alta Valle Cervo. Il nome deriva dal dialetto rua, roggia. Anche se alcuni pensano che il nome risalga al latino rosia, ghiaccio. Sul borgo è presente, da lustri, un’immagine di mistero, legata all’esoterismo e alla massoneria. Tutto nasce da Federico Rosazza, che fece parte della Giovine Italia di Mazzini, fu senatore del Regno d’Italia e soprattutto gran maestro venerabile della massoneria locale. Rosazza fece costruire, in zona, molte opere che contenevano allusioni all’occultismo. E pare che la torre civica del palazzo comunale del borgo fu sede delle riunioni massoniche di Federico e soci. Tutte queste leggende e storielline intriganti hanno dato a Rosazza il titolo di borgo più misterioso d’Italia. Non è il caso di soffermarsi, ma Rosazza non è misteriosa per niente. È dolce, avvolgente, protettiva, perfetta per un tranquillo weekend in famiglia.

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Il castello voluto da Federico fu completato nell’anno della sua morte (1899): è un edificio che rimanda certamente al mistero della bellezza, della creatività artistica. Tuttavia, senza esagerare, ci sono riferimenti esoterici che rimandano al mondo massonico. Visitatelo, è uno dei castelli più belli del Piemonte: potete ammirare la splendida torre guelfa. Il regista Louis Nero ha ambientato qui alcune scene del suo film “The broken Key”. Fate poi una visitina alla chiesa dei Santissimi Pietro e Giorgio: all’interno ammirerete la splendida cupola, a opera di vespasiano Bignami, che risale alla fine del diciannovesimo secolo, e il bell’affresco che raffigura l’assunzione di Maria, grazie al talento di Bernardino Latino. Nella consueta sosta gastronomica vi esorto ad assaggiare la polenta concia: una polenta arricchita da formaggi come la toma o la fontina. Raggiungere Rosazza non è un mistero, ma un po’ complicato. Se volete risparmiare tempo, prendete un aereo per Torino e muovetevi con i mezzi o con un’auto privata: ci vorrà un po’ – sono 60 chilometri – ma ne vale la pena.