Roccacasale

Adagiato alle pendici del Monte Morrone, Roccacasale sorge a 450 metri sul livello del mare, nella suggestiva Valle Peligna, Abruzzo. Questo piccolo borgo, che conta circa 587 abitanti, incarna la quiete e il fascino di un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, custodendo intatte tradizioni, leggende e un passato che affonda le radici nel Medioevo. L’eco delle antiche pietre narra di epoche lontane, di uomini che qui posero radici e vigilarono sull’ordine delle cose. L’origine del nome di Roccacasale è una questione affascinante ma incerta, come spesso accade per molti borghi storici italiani. “Rocca” richiama la fortificazione dominante il paese, mentre “Casale” potrebbe alludere a insediamenti rurali o a un’antica famiglia feudale. Documenti storici suggeriscono che la rocca fu eretta intorno al X-XI secolo per proteggere la valle e controllare le vie di accesso tra il Regno di Napoli e l’Adriatico. Il borgo si sviluppò gradualmente attorno al castello, che ancora oggi si erge maestoso, benché parzialmente in rovina, offrendo panorami mozzafiato sulla valle sottostante. Durante il periodo angioino e aragonese, Roccacasale ricoprì un ruolo strategico, e il suo castello fu spesso coinvolto in scontri e trattative. Nel XVIII secolo, con la perdita della sua importanza militare, il borgo si trasformò in un centro agricolo, ma senza perdere il suo fascino architettonico e culturale. Qui, ogni pietra è memoria. La Chiesa di San Michele Arcangelo innalza il suo spirito verso l’eterno, mentre quella di Santa Maria delle Grazie accoglie, nella sua umile grandezza, il fervore di cuori semplici. Intorno, il canto delle stagioni: primavera che veste di verdi e fiori le pendici, estate che dona profumi e frutti, autunno che colora di oro e ruggine i filari, inverno che avvolge tutto in un silenzio autenticamente sacro.

La vita del paese pulsa con maggiore intensità durante le feste patronali, momenti di condivisione che uniscono sacro e profano. La festa di San Michele Arcangelo (8 maggio e 29 settembre) è la celebrazione più sentita, animando le vie con processioni, spettacoli e tradizioni che rispecchiano l’anima autentica del borgo. La cucina è l’anima viva dell’Abruzzo, non è quindi la solita sosta gastronomica. Piatti come le scrippelle ‘mbusse e la pecora alla cottora raccontano una storia di sapori intensi e genuini, tramandati di generazione in generazione. Il tutto si sposa perfettamente con i vini locali, come il Montepulciano d’Abruzzo e il Trebbiano, che completano l’esperienza sensoriale del territorio. Per raggiungere il borgo, non si deve faticare tanto. Si trova a pochi chilometri da Sulmona, la mitica città dei confetti, e ben collegata tramite l’autostrada A25 (uscita Pratola Peligna-Sulmona). La stazione ferroviaria di Sulmona offre collegamenti regionali, da cui si può proseguire in autobus o taxi. Per chi viaggia in auto, il tragitto verso il borgo regala scorci pittoreschi, con vedute che spaziano dalla maestosità del Morrone alla dolcezza della valle. Roccacasale è un regalo per l’anima del vacanziero in cerca di ristoro e di emozioni. E così nel guardare il tramonto che cala lento dietro il Morrone, mentre il cielo s’accende di porpora e la prima stella tremola nella sera, l’individuo vede l’anima liberata d’ogni peso e si perde, dolcemente, in un infinito di pace.