Nel cuore del Piemonte, tra i fiumi Stura di Demonte e Gesso, si trova Borgo San Dalmazzo, un angolo di quiete che pare sospeso nel tempo. La cittadina, con i suoi 12.577 abitanti e l’altitudine di 636 metri sul livello del mare, si distende tra l’imponente collina di Monserrato e le valli circostanti, un paesaggio che invita a perdersi nei suoi racconti silenziosi e nelle memorie di un passato che si intreccia con la natura. Un luogo che non manca di fascino per chi desidera farsi sedurre dalle antiche pievi, dai sussurri della atoria, e dai sentieri che portano il marchio di secoli passati. Borgo San Dalmazzo, in verità, un tempo conosciuto come Pedona, deve il suo attuale nome a San Dalmazzo, santo martire del III secolo, che ha infuso nel borgo una profonda spiritualità. E come la tradizione impone, il paese è anche uno dei centri più eccellenti in Italia per l’allevamento di lumache, un’arte che affonda le radici nei secoli, come si narrerebbe in un dramma da palcoscenico, con l’eco di vecchie leggende. Dal Medioevo al Rinascimento, passando per le guerre e le invasioni, Borgo San Dalmazzo ha vissuto periodi di forti tensioni. La storia del borgo è come un libro che rivela le sue pagine lentamente, dove la nascita romana di Pedona si intreccia con la memoria della sofferenza e della fede.
L’abbazia di San Dalmazzo, rifugio di monaci e custode di storie perdute, ha visto fiorire e svanire cicli di grandezza e distruzione, rivelando nel suo lento mutare le tracce di guerre, invasioni e dolori che l’hanno attraversata. Nel passeggiare per il borgo, gli occhi si soffermano su scorci che sembrano fissare l’immagine di un tempo lontano, sicché l cuore storico del paese si rivela attraverso i suoi monumenti che si intrecciano con la natura. Non mancano occasioni per esplorare il passato medievale e religioso del paese, come la Chiesa Parrocchiale di San Dalmazzo, che ospita la memoria del santo patrono, e la suggestiva cripta romanica dell’abbazia. La Torre Civica, che si erge come guardiana di tempo e storia, e l‘Arco di San Rocco, che ricorda l’architettura del XVI secolo, sono scorci che sembrano riportare alla mente la vita che qui scorreva nel passato. Per gli amanti della natura, il Santuario di Monserrato, a picco sulla pianura cuneese, offre un panorama mozzafiato, mentre il Parco Nazionale del Mercantour, non lontano dal borgo, si apre in un abbraccio naturale, tra sentieri e montagne, ideale per una passeggiata in montagna. Il borgo si pone come soggetto di ogni vostra smania di vacanza, lunga o breve, ma i mesi primaverili e estivi offrono un’occasione di meraviglia che avvolge il paesaggio e i suoi monumenti in una luce dorata. La Fiera Fredda, che si tiene ogni anno, è un appuntamento imperdibile per chi desidera scoprire la tradizione gastronomica del borgo, famosa per la sua prelibata lumaca, cucinata secondo le ricette locali. Dunque la lumaca è la regina della nostra sosta gastronomica. Tuttavia non manca la possibilità di gustare piatti tipici della cucina locale, come i ravioli al plin e la carne piemontese, tutti accompagnati dai rinomati vini delle Langhe. Arrivare a Borgo San Dalmazzo è sostanzialmente semplice, partendo da Torino. In auto, si impiegano circa 90 minuti, percorrendo l’autostrada A6 in direzione di Savona e successivamente la SP20 fino al centro del borgo. Altrimenti, potete prendere il treno. Dritta per chi vive nel Meridione ha paura di volare: non esistono altre soluzioni, le fisime si superano. Questa è l’unica via agevole per chi vive molto lontano: aereo per Torino, per poi proseguire con le indicazioni che abbiamo dato.