È un piccolo borgo in provincia de L’Aquila. Il comune ospita un centinaio di abitanti e si trova esattamente a 1251 metri di altitudine. Sono ignote le origini del nome. Il borgo iniziò ad avere l’indicazione “di Sessanio” dal 1863, quando fu ufficializzata con un regio decreto. Perché Di Sessanio? Il borgo fu edificato tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo secolo sui ruderi di un luogo chiamato Sextantio, dal latino “Sextantia”, cioè sei miglia: questa era la distanza tra il borgo e Peltunium, un’antica città romana.
Durante la dominazione dei Borgia, il borgo visse il momento di maggior splendore e si fece conoscere per la produzione della lana carfagna, usata per la realizzazione di uniformi militari. Il terremoto del 2009 fu devastante. A farne le spese, la torre medicea: in questo momento è ancora in fase di ristrutturazione e non si può visitare. Santo Stefano è tornato alla ribalta delle cronache per un’iniziativa meritoria di Daniele Kihlgren, che ha trasformato il paese in un albergo diffuso. L’imprenditore ha messo in piedi ben venti attività ricettive.
Se decidete di fare un salto a Santo Stefano, scordatevi l’auto: il borgo va visitato rigorosamente a piedi, nelle strette viuzze. Da vedere la casa del capitano, così chiamata nella seconda guerra, quando fu occupata da militanti fascisti. Da qui potete ammirare le valli del Tirino. Pregevole anche il Palazzo delle logge che fa parte della rete degli alberghi. Fate una capatina alla chiesa della Madonna del lago, costruita dalla famiglia Anelli. L’edificio vi colpirà per la sua sobrietà. Se vi va, potete fare un giretto lì intorno per godere delle meraviglie della natura circostante. La lenticchia è la regina indiscussa della nostra sosta gastronomica. Il piatto più gettonato è la zuppa di lenticchie che vi suggerisco di assaggiare con calma. Il borgo celebra il legume con una sagra che si tiene a fine estate.
Per raggiungere il borgo, prendete il treno per L’Aquila e proseguite con un’auto a noleggio o con i mezzi pubblici.