Pizzo Calabro

 width=Vi portiamo nel borgo dove si fermò Ulisse e in seguito vi soggiornò anche Cicerone. Non è proprio un borgo… pensate: si estende su una superficie che comprende 50 comuni, a ovest sul mar Tirreno, a nord est confina con la provincia di Catanzaro e a sud est con Reggio Calabria. E allora perché lo propongo alla vostra attenzione? Sono attratto da alcuni elementi storici : qui si fermò Ulisse e in seguito vi soggiornò anche Cicerone. Le scorrerie dei pirati e i brutali attacchi dei Saraceni ridussero Pizzo a un cumulo di macerie . Nel 1070 Ruggero il normanno costruì un magnifico palazzo, che dopo due secoli ospitò sant’Antonio di Padova che era di passaggio da un viaggio di ritorno dall’Africa. E ancora successivamente i pescatori di corallo amalfitani costruirono qui la Chiesa delle Grazie, divenuta poi Chiesa del Carmelo. Pizzo prosperò grazie ai commerci di spezie, seta, pesce salato, olio, vino, la pesca del tonno e l’arte del corallo. Oggi, se visitate Pizzo, vi raccomando il vino Zibibbo di eccellente qualità, di assaggiare la ventresca del tonno, di gustare la  width=celebre Bottarega (il caviale ottenuto dalle ovaie del tonno) come condimento degli spaghetti o per ingentilire le tartine. Pregiato è anche il tartufo di pizzo, un gelato tradizionale della pasticceria artigianale. Ma Pizzo non è solo la patria del tonno: apprezzabili anche i Surici , piccoli pesci locali e le cozze. Al di là della sosta gastronomica, non mancherete di visitare il castello aragonese, costruito a picco sul mare, oggi un museo, ospita una vecchia scultura di Antonio Canova, costruita in onore di Gioacchino Murat, giustiziato proprio entro queste mura. Pizzo era famoso in epoca borbonica anche come località di arrivo della nave postale da Napoli. Non c’era un vero e proprio porto, ma accoglieva anche le imbarcazioni che portavano pesci prelibati.