Castell’Arquato

 width=Sulle prime alture della Val d’Arda. Castell’arquato, borgo medievale, è arroccato lungo la collina e domina il paesaggio. A 30 km da Piacenza, poco più da Cremona e da Parma, a 224 metri sul livello del mare. Il nome deriva da Caio Torquato, il patrizio romano che fondò qui la pianta a forma quadrangolare del paese. Potete arrivarci in treno, scendendo a Fiorenzuola d’Arda e da lì con i bus pubblici o in taxi. In auto, facilmente raggiungibile mediante la strada provinciale 4 (o in autostrada da Milano a Bologna, uscendo a Fiorenzuola d’Arda).  Ricordi storici: nel 565 il borgo, che è riuscito a sopravvivere a invasioni barbariche, fu devastato da una terribile pestilenza. Nel 1290 Alberto Scotti diventa signore di Piacenza e anche di Castell’Arquato, da cui viene cacciato una quindicina di anni dopo, per ritornarvi nel 1307 e governare fino al 1316, anno di un furibondo scontro con Galeazzo Visconti . Scotti si rifugiò con i suoi soldati, 3000 contadini nel borgo, ma dovette arrendersi infine  width=all’assedio di Visconti. Il dominio visconteo durò fino al 1450, in quest’anno il borgo passa alla dinastia Sforza, che si conclude tre secoli dopo, il castell’arquato entra a far parte del Ducato di Parma e Piacenza. I nuovi signori sono i Farnese e i Borboni fino all’avvento di Napoleone. Nel 1860 i domini di Maria Luigia d’Austria passano ai Savoia e quindi allo Stato Italiano. Per la consueta tappa gastronomica, l’appuntamento fondamentale è con gli anolini in brodo (anvein in dialetto). Nel resto del piacentino si fanno con un ripieno di stracotto, qui è di grana padano amalgamato con pane grattato e vari odori. Il brodo è rigorosamente di gallina, manzo e vitello. A seguire scorpacciate di salumi e, se volete, provviste di vini interessanti: il gutturnio e l’ortrugo, Monterosso val d’Arda, vera specialità della zona, è il Vin Santo di Vigoleno. Ma non è finita. Ottimi il Grana e il provolone certificati da marchio D.O.P. La ricotta, la robiola, i formaggi di montagna. Non dimenticate i pisarei e i fasò, gnocchetti di farina con il sugo e i fagioli e la picula ad caval, carne di cavallo trita in umido, ottima con la polenta.